UN’OPPORTUNITA’ MANCATA PER IL PIANETA
Il Trattato Globale sulla Plastica rappresenta una delle iniziative più ambiziose per affrontare la crisi ambientale causata dall’inquinamento da plastica. L’obiettivo principale del trattato è stabilire un quadro normativo vincolante per la riduzione della produzione, dell’uso e dello smaltimento della plastica a livello globale, considerando le gravi implicazioni ambientali e socio-economiche che il fenomeno comporta. Tuttavia, durante il quinto Comitato Intergovernativo di Negoziazione (INC5), svoltosi di recente in Corea del Sud, i 175 Paesi partecipanti non sono riusciti a raggiungere un accordo concreto, rinviando ulteriormente la decisione al 2025.
Il Comitato Intergovernativo di Negoziazione (INC)
Il Comitato Intergovernativo di Negoziazione è un organismo istituito nel 2022 dalle Nazioni Unite per sviluppare un Trattato Globale sulla Plastica. Il suo mandato è negoziare accordi multilaterali che affrontino la crisi dell’inquinamento da plastica in modo integrato, includendo misure per ridurre la produzione di materiali plastici e promuovere soluzioni sostenibili. L’INC è composto da rappresentanti di 175 Paesi, che lavorano attraverso incontri regolari per costruire consenso su questioni cruciali come l’eliminazione delle plastiche monouso, l’adozione di materiali biodegradabili e il miglioramento dei sistemi di riciclaggio.
Le cause del ritardo
Il fallimento dell’INC5 è attribuibile principalmente alle pressioni esercitate dai cosiddetti petrostati, Paesi fortemente dipendenti dall’industria petrolchimica, come Arabia Saudita, Russia e Iran. Questi Stati si oppongono a norme stringenti che potrebbero ridurre la domanda di plastica, poiché ciò impatterebbe gravemente sulle loro economie, fortemente legate alla produzione di petrolio e gas, principali materie prime per la plastica. Gli interessi economici dei petrostati, insieme alla loro influenza politica, hanno generato uno stallo nelle negoziazioni, impedendo di raggiungere un consenso sulle misure più rigide necessarie per affrontare il problema.
Gli effetti dell’inquinamento da plastica
L’inquinamento da plastica ha conseguenze devastanti per l’ambiente, la biodiversità e la salute umana. Ogni anno, milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani, causando la morte di fauna marina e la degradazione degli ecosistemi acquatici. Le microplastiche, frammenti microscopici derivanti dalla decomposizione della plastica, entrano nella catena alimentare, rappresentando un rischio per la salute umana. Inoltre, la produzione e l’incenerimento della plastica contribuiscono significativamente alle emissioni di gas serra, aggravando la crisi climatica.
Effetti socio-economici del ritardo
Il mancato accordo sul Trattato Globale sulla Plastica avrà impatti socio-economici significativi:
- Paesi vulnerabili: Le nazioni costiere e insulari, come le Maldive, il Bangladesh e gli Stati del Pacifico, sono tra le più colpite dall’inquinamento marino. Il rinvio della decisione lascia questi Paesi esposti a un aggravamento dei danni ambientali e alla perdita di entrate economiche legate al turismo e alla pesca.
- Cittadini e comunità locali: Le popolazioni che vivono in aree fortemente inquinate, spesso nei Paesi in via di sviluppo, continueranno a subire conseguenze sulla salute e sulla qualità della vita.
- Economia globale: L’aumento dei costi associati alla gestione dei rifiuti plastici e ai danni ambientali rallenta lo sviluppo sostenibile e incrementa le disuguaglianze globali.
I Paesi responsabili del ritardo
Come accennato, l’opposizione di Arabia Saudita, Russia, Iran e altri petrostati è stata determinante nel rinvio della decisione. Anche alcuni Paesi industrializzati, tra cui Stati Uniti e Giappone, pur non opponendosi esplicitamente, hanno assunto posizioni ambigue, favorendo regolamentazioni meno vincolanti per proteggere i propri interessi industriali. Dall’altra parte, Stati europei, come Francia e Germania, e molti Paesi in via di sviluppo hanno spinto per misure più rigide, sottolineando l’urgenza di agire.
Conclusione
L’INC5 avrebbe potuto segnare un punto di svolta nella lotta contro l’inquinamento da plastica, ma il rinvio delle decisioni rappresenta un’occasione persa per il pianeta. Gli interessi economici di una minoranza di Stati hanno prevalso sulla necessità collettiva di affrontare una crisi che non conosce confini. Ogni anno di ritardo aggrava ulteriormente la crisi climatica e ambientale, rendendo sempre più difficile invertire la rotta. Solo un’azione coordinata e risoluta potrà garantire un futuro sostenibile per le generazioni a venire.