
DA INAIL UN PRIMO BILANCIO 2025
Secondo gli ultimi dati dell’INAIL aggiornati a febbraio 2025, si registra una diminuzione del 5,2% delle denunce di infortuni sul lavoro rispetto allo stesso periodo del 2024. Tuttavia, i casi mortali sono aumentati del 6,6%2. Per quanto riguarda le malattie professionali, c’è stato un incremento del 5,8%, con un totale di 14.917 denunce.
Il confronto con il 2024
Rispetto al 2024, i dati del primo bimestre del 2025 mostrano alcune tendenze significative:
Infortuni sul lavoro: Le denunce di infortunio sono diminuite del 5,2% rispetto allo stesso periodo del 2024, passando da 65.035 a 61.641 casi. Ma i casi mortali sono aumentati del 6,6%, con 97 decessi rispetto ai 91 del 20241.
Malattie professionali: Le denunce di malattie professionali sono aumentate del 5,8%, raggiungendo un totale di 14.917 casi nel 2025.
Infortuni in itinere: Si registra un decremento del 2,1% nelle denunce di infortunio durante il tragitto casa-lavoro, ma un aumento del 33,3% nei casi mortali.
Questi dati evidenziano un miglioramento generale nella prevenzione degli infortuni, ma anche un incremento delle situazioni più gravi.
Le principali cause di infortuni e malattie professionali
Le principali cause di infortuni e malattie professionali, secondo l’INAIL, includono:
Infortuni sul lavoro: Spesso legati a cadute, urti, schiacciamenti, esposizione a sostanze nocive e incidenti stradali durante il tragitto casa-lavoro (in itinere).
Malattie professionali: Derivano principalmente da esposizioni prolungate a rischi chimici, fisici o biologici. Tra le più comuni troviamo patologie muscolo-scheletriche, malattie respiratorie e dermatologiche.
Un confronto tra l’Italia e gli altri paesi dell’Unione Europea
Infortuni sul lavoro: L’Italia ha un tasso di infortuni sul lavoro inferiore alla media europea, grazie a normative più stringenti e a una maggiore attenzione alla sicurezza. Tuttavia, alcuni paesi come la Germania e la Svezia registrano tassi ancora più bassi, grazie a investimenti significativi in tecnologie di prevenzione.
Malattie professionali: L’Italia ha un’incidenza di malattie professionali simile alla media europea, con patologie muscolo-scheletriche e respiratorie tra le più comuni. Paesi come la Francia e il Regno Unito mostrano tassi più alti, spesso legati a settori industriali specifici.
Costi sociali: Gli infortuni e le malattie professionali costano all’UE circa il 3,3% del PIL, con variazioni significative tra i paesi. L’Italia si colloca nella media, ma paesi come la Finlandia e i Paesi Bassi hanno costi inferiori grazie a politiche preventive più efficaci.
Conclusioni
Dai dati che abbiamo analizzato emerge un quadro contrastante per l’Italia e per l’Unione Europea:
Infortuni sul lavoro: Nonostante una diminuzione delle denunce, il numero di casi mortali è aumentato, indicando una necessità di intensificare le misure di prevenzione nei contesti lavorativi più rischiosi.
Malattie professionali: L’incremento delle denunce segnala l’importanza di monitorare e mitigare i fattori di rischio presenti nei luoghi di lavoro, con particolare attenzione alle patologie muscolo-scheletriche e respiratorie.
Confronto europeo: L’Italia si posiziona bene rispetto alla media UE, ma c’è ancora margine per migliorare, seguendo l’esempio di paesi con politiche di sicurezza più avanzate, come la Svezia o i Paesi Bassi.
In conclusione, c’è un forte bisogno di investimenti nella prevenzione e nella sicurezza sul lavoro, sia in Italia che in Europa. Promuovere una cultura della sicurezza e adottare tecnologie innovative potrebbe ridurre significativamente i casi di infortunio e malattia.