
ANALISI, CAUSE ED EFFETTI
La disinformazione rappresenta oggi una delle principali minacce alla società democratica, tanto da essere considerata un fenomeno non solo eticamente riprovevole, ma anche con evidenti profili di illegalità. La diffusione di notizie false, alterate o manipolate non è un semplice problema di mala informazione, ma un meccanismo che può minare le fondamenta dello stato di diritto, influenzare processi democratici, ledere diritti individuali e collettivi e, in alcuni casi, costituire reato.
L’illegalità della disinformazione
Dal punto di vista giuridico, la disinformazione può essere ricondotta a diverse fattispecie di reato, a seconda della sua natura e delle sue conseguenze. Alcuni esempi includono:
Diffamazione e calunnia (artt. 595 e 368 c.p.): quando la disinformazione è utilizzata per danneggiare la reputazione di una persona o per accusare falsamente qualcuno di un reato.
Procurato allarme (art. 658 c.p.): quando la diffusione di notizie false provoca panico o turbamento nella popolazione, come accade con fake news su emergenze sanitarie o attacchi terroristici inesistenti.
Truffa (art. 640 c.p.): quando la disinformazione è utilizzata per ingannare qualcuno e ottenere un vantaggio economico, come nelle frodi online o nelle false campagne di beneficenza.
Attentato ai diritti politici del cittadino (art. 294 c.p.): quando la manipolazione dell’informazione viene utilizzata per alterare il libero esercizio del voto, come nelle campagne di disinformazione elettorale.
A livello europeo, il Regolamento sulla moderazione dei contenuti online (Digital Services Act) e le direttive contro la disinformazione dimostrano l’impegno delle istituzioni nel contrastare la diffusione di fake news, soprattutto sui social media e nelle piattaforme digitali.
Le cause della disinformazione
La disinformazione ha molteplici cause, che vanno dall’intenzionalità degli agenti che la diffondono alla vulnerabilità del pubblico che la riceve. Tra le principali cause possiamo individuare:
Interessi politici ed economici: governi, partiti politici, aziende e gruppi di pressione possono utilizzare la disinformazione per ottenere consenso, screditare avversari o influenzare mercati.
Dinamiche dei social media: gli algoritmi delle piattaforme digitali tendono a favorire contenuti sensazionalistici e polarizzanti, amplificando la diffusione di fake news.
Mancanza di alfabetizzazione mediatica: l’assenza di competenze critiche nella lettura delle informazioni rende le persone più esposte alla manipolazione.
Profitto economico: alcuni soggetti diffondono fake news per ottenere guadagni attraverso pubblicità online o truffe.
Guerra ibrida e ingerenze straniere: stati ostili possono utilizzare la disinformazione come strumento di guerra psicologica per destabilizzare nazioni rivali.
I soggetti agenti della disinformazione
La disinformazione può essere diffusa da diversi soggetti con differenti motivazioni:
Attori istituzionali e politici: alcuni governi e partiti utilizzano la disinformazione per manipolare l’opinione pubblica.
Media e influencer non verificati: canali di comunicazione alternativi o profili con grande seguito possono diffondere notizie false per ottenere visibilità.
Bot e troll online: strumenti automatizzati e utenti fittizi che amplificano la diffusione di fake news.
Cittadini inconsapevoli: persone che, senza cattive intenzioni, condividono informazioni errate senza verificarne la veridicità.
Gli effetti della disinformazione
Gli effetti della disinformazione sono profondi e pervasivi, incidendo su molteplici aspetti della società:
Sfiducia nelle istituzioni: la continua esposizione a fake news mina la credibilità di governi, scienza e media ufficiali.
Polarizzazione sociale: la disinformazione esaspera i conflitti tra gruppi sociali, politici e religiosi.
Manipolazione dell’opinione pubblica: i cittadini possono essere indotti a prendere decisioni su basi errate, specialmente in ambito elettorale e sanitario.
Danni alla salute pubblica: la diffusione di false informazioni su cure mediche o vaccini può avere conseguenze pericolose.
Pericoli per la sicurezza nazionale: la disinformazione può essere usata per destabilizzare governi o favorire il terrorismo.
La disinformazione e il principio di legalità
Il principio di legalità è un pilastro dello stato di diritto e implica che le leggi siano chiare, prevedibili e uguali per tutti. La disinformazione mina questo principio in due modi fondamentali:
Compromette l’accesso alla verità e alla giustizia, rendendo difficile distinguere tra fatti e menzogne.
Favorisce l’arbitrio e la manipolazione, riducendo la capacità dei cittadini di prendere decisioni informate e consapevoli.
Per questo motivo, combattere la disinformazione non è solo una questione di etica o di comunicazione, ma una battaglia per la tutela della legalità e della democrazia.
L’impegno di Accademia Iniziativa Comune
Accademia Iniziativa Comune lavora quotidianamente per garantire ai cittadini un’informazione corretta e conforme alla realtà. La lotta contro la disinformazione non può essere portata avanti da un solo attore, ma richiede l’impegno congiunto di istituzioni, scuola, mondo del giornalismo e cittadini responsabili. Solo con un’azione coordinata possiamo contrastare la diffusione delle fake news e tutelare il diritto alla verità, pilastro di una società libera e democratica.
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