
LE DONNE ANZIANE CHE SCELGONO IL CARCERE AL POSTO DELLA CASA
In Giappone, uno dei paesi con l’aspettativa di vita più alta al mondo, si sta verificando un fenomeno sociale allarmante e poco conosciuto: un numero crescente di donne anziane preferisce deliberatamente infrangere la legge, spesso con piccoli reati come taccheggio, per essere arrestate e trasferite in carcere. Questa scelta, che può sembrare incomprensibile, è una manifestazione estrema della solitudine e dell’isolamento sociale che affliggono molte persone anziane nel paese.
Un fenomeno in crescita
Il fenomeno ha attirato l’attenzione dei media e degli studiosi negli ultimi anni. Secondo le statistiche del Ministero della Giustizia giapponese, il tasso di criminalità tra le donne anziane è in aumento. Tra i reati più comuni vi sono furti di basso valore in negozi di alimentari o di abbigliamento. Questi crimini non sono commessi per necessità economica, ma per disperazione sociale. Molte di queste donne vivono sole, senza un partner o familiari vicini, e affrontano una quotidianità priva di interazioni significative.
Le cause profonde
La solitudine è la principale causa alla base di questo fenomeno. In Giappone, il fenomeno del kodokushi (morte solitaria) è sempre più diffuso, soprattutto tra gli anziani. Molti vivono in abitazioni isolate e passano giorni o settimane senza parlare con nessuno.
Altri fattori contribuiscono a questo problema:
Invecchiamento della popolazione: il Giappone ha una delle popolazioni più anziane al mondo, con oltre il 28% della popolazione sopra i 65 anni.
Declino delle reti familiari: i cambiamenti culturali ed economici hanno indebolito i legami familiari, tradizionalmente forti in Giappone. Molti anziani non ricevono sostegno dai figli, impegnati nel lavoro o lontani dalle città natali.
Pressioni economiche: anche se non sempre determinante, la povertà tra gli anziani giapponesi è in aumento. Le pensioni sono spesso insufficienti, soprattutto per le donne che hanno lavorato meno anni o con stipendi più bassi.

Perché scegliere il carcere?
Per molte di queste donne, il carcere rappresenta una soluzione migliore rispetto alla solitudine domestica. All’interno delle strutture carcerarie, trovano cibo regolare, un letto, cure mediche e soprattutto compagnia. Il carcere offre una forma di comunità che manca nel mondo esterno. Le detenute possono socializzare con altre donne e con il personale, creando una routine e trovando conforto nelle interazioni quotidiane.
L’impatto sul sistema carcerario
L’aumento delle donne anziane in carcere ha avuto ripercussioni significative sul sistema penitenziario giapponese. Le carceri devono ora adattarsi alle esigenze di una popolazione anziana, garantendo cure mediche più frequenti, pasti speciali e un’assistenza quotidiana maggiore. Questo ha aumentato i costi operativi e ha sollevato domande sulla funzione rieducativa del carcere.
Inoltre, il fenomeno evidenzia un problema di fondo: il carcere, concepito per punire e riabilitare, è diventato una sorta di rifugio sociale per chi non trova supporto nella società.
La solitudine e i suoi effetti globali
Fenomeni simili, legati alla solitudine, si osservano anche in altri paesi. Ad esempio, negli Stati Uniti, molti anziani si rivolgono a ospedali o strutture di emergenza non per reali necessità mediche, ma per sfuggire all’isolamento. In alcuni paesi europei, come la Svezia, la solitudine tra gli anziani è un problema crescente, sebbene non si manifesti attraverso comportamenti criminali.
Possibili soluzioni
Per affrontare questo problema, il Giappone sta cercando di sviluppare politiche sociali più efficaci, come:
- Programmi di sostegno per gli anziani soli, che favoriscano il contatto sociale.
- Promozione di comunità intergenerazionali, dove giovani e anziani possano convivere e supportarsi reciprocamente.
- Incremento dei servizi di assistenza domiciliare e centri diurni per anziani.
Conclusione
Il fenomeno delle donne anziane che scelgono il carcere in Giappone è un campanello d’allarme che evidenzia il costo umano della solitudine e dell’isolamento sociale. La questione non riguarda solo il Giappone, ma rappresenta una sfida globale per società sempre più urbanizzate e individualiste. La risposta deve andare oltre la semplice gestione del fenomeno criminale, mirando a creare una società in cui nessuno si senta costretto a infrangere la legge per trovare un senso di appartenenza.