
UN FENOMENO IN CRESCITA
La crescente digitalizzazione delle società moderne ha portato con sé una serie di opportunità, ma anche nuovi rischi e sfide. Tra queste, spicca l’incremento dei reati contro le donne, che si manifestano sempre più frequentemente e in forme nuove e sofisticate. Questo fenomeno, caratterizzato da un aumento sia nella tipologia dei crimini che nel numero dei casi, rappresenta una questione urgente da affrontare a livello sociale, economico, politico e normativo.
Il fenomeno: nuove tipologie di reati contro le donne
Con l’espansione dell’ecosistema digitale, sono emerse forme di violenza che sfruttano le tecnologie moderne. Alcuni esempi includono:
-Revenge porn: la diffusione non consensuale di immagini intime.
-Stalking digitale: l’uso di piattaforme social e strumenti di tracciamento per perseguitare una persona.
-Grooming online: manipolazione psicologica, spesso mirata a giovani donne o ragazze minorenni, da parte di individui malintenzionati.
-Deepfake pornografici: creazione e diffusione di video falsi che utilizzano immagini reali delle vittime.
Cyberbullismo: molestie ripetute attraverso i social media, che possono assumere connotazioni sessiste o misogine.
Cause del fenomeno
Le radici di questi reati possono essere ricondotte a vari fattori:
-Accesso diffuso alla tecnologia: la democratizzazione dell’accesso a internet e dispositivi digitali ha facilitato l’anonimato e la proliferazione di contenuti lesivi.
-Mancanza di educazione digitale: l’assenza di consapevolezza sui rischi della rete contribuisce a un utilizzo inconsapevole di dati e immagini personali.
-Persistenza del sessismo: stereotipi di genere e disuguaglianze sociali trovano una nuova arena nelle piattaforme digitali, amplificando la discriminazione contro le donne.
-Debolezza legislativa: normative insufficienti o disomogenee rendono difficile la prevenzione e la punizione di questi crimini.

Conseguenze sociali, economiche e politiche
La violenza digitale contro le donne ha un impatto profondo su più livelli:
-Sociale: porta all’isolamento delle vittime, alimenta la paura di esprimersi online e contribuisce a perpetuare disuguaglianze di genere.
-Economico: le vittime spesso affrontano costi legati alla tutela legale, alla protezione della propria reputazione e alle terapie psicologiche.
-Politico: l’incapacità di affrontare efficacemente il fenomeno mina la fiducia nelle istituzioni e rallenta il progresso verso la parità di genere.
Normative europee e nazionali
Negli ultimi anni, diverse istituzioni hanno cercato di affrontare il problema:
-A livello europeo: l’UE ha adottato iniziative come la Direttiva sulla sicurezza informatica e il Digital Services Act, che obbligano le piattaforme online a rimuovere contenuti illegali e garantire maggiore trasparenza. Inoltre, la Convenzione di Istanbul, ratificata da molti paesi europei, rappresenta uno strumento fondamentale per combattere la violenza contro le donne, anche quella online.
-A livello nazionale: molti Stati membri hanno implementato leggi specifiche, come il reato di revenge porn in Italia, introdotto nel 2019 attraverso il Codice Rosso. Tuttavia, permangono significative differenze tra i vari paesi in termini di applicazione e severità delle pene.
Verso una legislazione uniforme
Uno dei principali ostacoli nella lotta contro i reati digitali è la mancanza di una legislazione uniforme a livello europeo e globale. È necessario:
-Armonizzare le leggi: definire standard minimi comuni per tutti i paesi membri dell’UE.
-Incentivare la cooperazione internazionale: poiché i reati digitali spesso attraversano i confini nazionali, serve una rete di collaborazione tra autorità giudiziarie e forze dell’ordine.
-Promuovere la prevenzione: attraverso campagne di educazione digitale e programmi scolastici che sensibilizzino sui rischi online.
-Rafforzare le pene: garantire sanzioni dissuasive per i colpevoli, con particolare attenzione alla protezione delle vittime e alla rimozione tempestiva dei contenuti lesivi.
Conclusione
La digitalizzazione ha aperto nuovi spazi per la libertà di espressione e connessione, ma ha anche creato nuove vulnerabilità, specialmente per le donne. Affrontare questi reati richiede un impegno congiunto da parte delle istituzioni, delle aziende tecnologiche e della società civile. Solo con un approccio integrato e una legislazione uniforme sarà possibile contrastare efficacemente la violenza digitale e garantire un ambiente online sicuro per tutti.