
708 MILIONI DI DONNE FUORI DAL MERCATO DEL LAVORO
Il lavoro di cura non retribuito rappresenta un fenomeno globale di estrema rilevanza sociale ed economica, che coinvolge principalmente le donne. Secondo i dati più recenti, 708 milioni di donne nel mondo sono escluse dal mercato del lavoro formale a causa della loro concentrazione in attività di cura e gestione familiare non retribuite. Questo scenario evidenzia una disarmonia profonda nelle dinamiche di genere, con impatti rilevanti su più livelli.
Il fenomeno: che cos’è il lavoro di cura non retribuito?
Il lavoro di cura non retribuito include tutte quelle attività domestiche e di assistenza che vengono svolte all’interno della famiglia o della comunità senza ricevere una compensazione economica. Si tratta di accudire bambini, anziani, persone malate o con disabilità, oltre alla gestione delle faccende quotidiane, come cucinare, pulire e fare la spesa.
Queste mansioni, spesso considerate “naturali” per le donne, non solo limitano l’accesso al lavoro retribuito, ma impediscono anche una piena partecipazione delle donne alla vita pubblica, economica e sociale.

Le cause: tra stereotipi culturali e lacune istituzionali
Le radici del fenomeno affondano in stereotipi di genere storicamente radicati, che attribuiscono alle donne il ruolo primario di “custodi” della casa e della famiglia. A questi si aggiungono fattori strutturali come:
– La mancanza di servizi di supporto come asili nido accessibili e assistenza per anziani;
–L’assenza di politiche di condivisione del carico domestico tra uomini e donne;
–La disparità economica, che porta spesso le donne a sacrificare la carriera per occuparsi della famiglia.
In Italia, in particolare, l’impatto della tradizione e delle aspettative sociali è ancora molto forte, soprattutto nelle regioni meridionali, dove l’accesso a servizi pubblici per la famiglia è più limitato rispetto al nord.
Gli effetti: economici, sociali e psicologici
La prevalenza del lavoro di cura non retribuito ha conseguenze devastanti:
Effetti economici: Si stima che il contributo economico di questo lavoro, se monetizzato, rappresenterebbe una porzione significativa del PIL mondiale. Tuttavia, il mancato riconoscimento si traduce in una perdita di reddito per milioni di famiglie e un incremento delle disuguaglianze di genere.
Effetti sociali: La limitata partecipazione delle donne al mercato del lavoro perpetua un ciclo di povertà e dipendenza economica, ostacolando l’emancipazione femminile.
Effetti psicologici: L’isolamento, la fatica fisica e mentale e la mancanza di riconoscimento pubblico possono portare a livelli elevati di stress, depressione e insoddisfazione personale.
Diffusione geografica del fenomeno
A livello internazionale, il lavoro di cura non retribuito è particolarmente diffuso nei paesi in via di sviluppo, dove l’assenza di servizi pubblici e le disuguaglianze di genere sono più marcate. In Italia, il fenomeno è più presente nel sud e nelle isole, dove le infrastrutture e i servizi per il supporto alle famiglie sono meno sviluppati.
Un piano per il futuro: riconoscere e valorizzare il lavoro di cura
La disarmonia tra uomini e donne in termini di responsabilità familiari e opportunità lavorative richiede un intervento urgente e strutturato. È essenziale:
–Promuovere la condivisione delle responsabilità di cura attraverso congedi parentali equamente distribuiti;
–Investire in infrastrutture di supporto, come asili nido e centri di assistenza per anziani;
–Introdurre incentivi fiscali per le famiglie e riconoscere formalmente il valore economico del lavoro di cura non retribuito;
–Sensibilizzare la società sull’importanza di superare gli stereotipi di genere.
Conclusione
Il lavoro di cura non retribuito non è solo una questione di genere, ma un tema etico e sociale che tocca il cuore dei diritti umani. Riconoscerne il valore e promuovere politiche di equità è un passo fondamentale per costruire una società più giusta e inclusiva.
È tempo che le istituzioni agiscano, rivedendo le normative sul riconoscimento del lavoro di cura e valorizzandolo come uno degli aspetti più importanti della società. Non si tratta solo di dare voce alle donne, ma di riconoscere che questo lavoro silenzioso sostiene il benessere collettivo e rappresenta un pilastro fondamentale dello sviluppo umano.