
LA COMMISSIONE UE PRESENTA LA NUOVA TABELLA DI MARCIA PER LA PARITA’ DI GENERE
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, la Commissione europea lancia un messaggio forte e chiaro: i diritti delle donne devono avanzare, non arretrare. Presentata la relazione 2025 sulla parità di genere e una nuova agenda di lungo periodo.
Bruxelles – L’Unione europea torna a farsi promotrice dei diritti femminili, con la presentazione della nuova Tabella di marcia per la parità di genere e della Relazione 2025, strumenti fondamentali che tracciano il percorso futuro verso un’Europa più equa e inclusiva. Un’agenda ambiziosa, che punta a rafforzare le conquiste normative degli ultimi cinque anni e colmare i divari ancora esistenti.
Dal 2020 ad oggi, numerosi sono stati i progressi: sono state adottate norme per la trasparenza retributiva, per il bilanciamento tra lavoro e vita privata, per una maggiore presenza femminile nei consigli di amministrazione e per il contrasto strutturale alla violenza di genere. Tuttavia, la Commissione non nasconde che la strada da percorrere resta lunga.
“Non possiamo definirci pienamente equi finché una donna su tre nell’UE subirà ancora una forma di violenza fisica o sessuale”, ha dichiarato la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, durante la conferenza stampa di presentazione. “Serve un cambio culturale profondo e duraturo, a partire dall’istruzione e dalla parità economica.”

Helena Dalli, Commissaria europea per l’Uguaglianza, in una intervista ha dichiarato che: “Non è solo una questione di giustizia, è una questione di democrazia”
D: Commissaria Dalli, qual è il significato più profondo della nuova tabella di marcia?
R: È un impegno concreto. Vogliamo rendere l’Europa un esempio globale in materia di diritti delle donne. Non ci basta più avanzare lentamente: è tempo di accelerare. Le donne devono poter vivere libere dalla violenza, partecipare pienamente alla vita economica e politica e ricevere uguali opportunità in ogni ambito.
D: Dove si concentrano ancora le principali criticità?
R: Le disuguaglianze persistono in molti settori, ma due aree sono particolarmente critiche: il mercato del lavoro e la violenza di genere. Il gender pay gap si è ridotto, ma resta inaccettabile. Inoltre, troppe donne sono ancora escluse dalle posizioni decisionali. La violenza, poi, è la ferita più profonda: serve una risposta più decisa, coordinata e trasversale.
D: Cosa può fare ogni Stato membro in concreto?
R: Applicare le direttive in modo uniforme, ma anche sviluppare iniziative locali su misura. Coinvolgere scuole, aziende, istituzioni. E smettere di considerare queste politiche come “femminili”: sono politiche per il futuro di tutti.
Gli obiettivi dell’agenda europea: verso un’uguaglianza reale
L’agenda UE si fonda su dieci pilastri chiave:
-Libertà dalla violenza di genere
-Norme più elevate per la salute femminile
-Parità salariale ed emancipazione economica
-Equilibrio tra lavoro e vita privata
-Equa distribuzione della cura familiare
-Pari opportunità lavorative
-Condizioni di lavoro dignitose
-Istruzione inclusiva e orientata alla parità
-Parità nella partecipazione politica
-Istituzioni sensibili alla parità di genere
Conclusioni–L’Europa non può accontentarsi di essere tra le migliori, deve puntare a essere la prima
Mentre molte società europee figurano tra le più paritarie al mondo, la realtà quotidiana di milioni di donne racconta ancora disuguaglianze, stereotipi e abusi. È una contraddizione che l’Unione vuole superare con politiche strutturali, meccanismi di controllo e una visione intergenerazionale.
L’uguaglianza di genere non è una battaglia femminile, ma una sfida collettiva per una società più giusta, sostenibile e inclusiva. Come ha sottolineato Helena Dalli, non è solo una questione di giustizia: è una questione di democrazia.