
Quali sono le nuove regole per coloro che vogliono trasferirsi in Gran Bretagna per una laurea o per imparare la lingua?
Una stretta destinata a fare discutere.
Nei giorni scorsi, il governo laburista ha annunciato una stretta sugli ingressi in Gran Bretagna: entrerà e potrà ottenere il permesso di soggiorno permanente solo chi ha una laurea e parla già inglese fluentemente. Lo ha reso noto il premier britannico, Keir Starmer, intenzionato a limitare fortemente gli ingressi nel Regno Unito. Il livello di comprensione della lingua richiesto quindi viene alzato all’equivalente di un A-level in inglese come lingua straniera il che equivale a una qualifica di livello avanzato, che contiene la capacità di esprimersi “in modo fluente e spontaneo” e di essere in grado di utilizzare la lingua inglese in ambiti sociali, di accademia e di professionalità.
In altre parole, quindi, chi vorrà trasferirsi per motivi di studio o lavoro dovrà conoscere benissimo l’inglese per poter ricevere un permesso di permanenza. Alzare i livelli di conoscenza della lingua rispetto a quelli attuali, certifica di fatto che non sarà più possibile trasferirsi senza aver prima un’ottima conoscenza della lingua inglese, scritta e parlata.
Appare chiaro quindi che non sarà possibile più trasferirsi in Inghilterra per lavoro o per imparare l’inglese. Nei decenni passati tanti giovani (italiani e non) si sono trasferiti in Inghilterra per brevi periodi – i mesi estivi, ad esempio – cercando di unire l’utile al dilettevole: un’esperienza all’estero per mettere da parte qualcosa in termini di risparmi, migliorare l’inglese e vivere un periodo formativo diverso dagli altri. A partire dalle prossime settimane non sarà più semplice accedere a questa possibilità. E non è tutto. Per quanto riguarda lavori qualificati occorrerà essere in possesso, come titolo di studio, almeno la laurea. Fra le nuove condizioni vi è anche l’aumento, che passa da cinque a dieci anni, del tempo necessario per poter chiedere e ottenere la cittadinanza britannica.

Perché sono state presentate queste nuove condizioni? E come sono state accolte?
Le ragioni alla base di questo provvedimento sono state ben illustrate da Starmer. Nel corso della conferenza stampa di presentazione, il Premier inglese ha ribadito che è tempo di “riprendere finalmente il controllo dei confini della Gran Bretagna. Per questo – ha aggiunto – tutti gli aspetti del sistema di immigrazione, compresi quelli relativi al lavoro, al ricongiungimento familiare e ai visti di studio, saranno rafforzati in modo da poterli controllare meglio”.
L’idea che ha mosso il governo inglese è la gestione e il controllo dei flussi in ingresso sulla base delle esigenze produttive nazionali, puntando sulla selezione di alcune categorie specifiche di migranti ma anche il desiderio di dare una sterzata, su questo argomento, rispetto all’andamento del precedente governo. “Il caos del governo precedente – ha proseguito Starmer – ha anche cambiato la natura dell’immigrazione in questo Paese con meno persone che danno un forte contributo economico, più persone che lavorano in settori della nostra economia che esercitano una pressione al ribasso sui salari.
“Creeremo un sistema migratorio controllato, selettivo ed equo”.
Le nuove misure, che permetteranno di diminuire di circa 50.000 unità l’arrivo di lavoratori stranieri hanno avuto delle critiche, in particolare da partito laburista ma anche dalla maggioranza dei deputati. Inoltre, delle critiche sono arrivate anche dall’estero, come nel nostro paese in cui il ministro degli esteri Tajani ha detto che gli studenti non sono un rischio migratorio, definendo altri i rischi.