
Si torna a parlare di salario minimo anche in Italia dopo la novità decisa in Spagna, ma come ci si sta muovendo e com’è la situazione negli altri Paesi europei?
In Italia la situazione è statica. Nell’ordinamento italiano non esiste un livello minimo di retribuzione fissato per legge, L’Italia è tra i pochi Paesi europei a non aver ancora adottato una soglia minima di retribuzione, lasciando spazio a contratti sottopagati e a condizioni di sfruttamento.
Il lavoro povero è sempre più diffuso, oltre 1,3 milioni di lavoratrici (secondo l’Inps le donne hanno stipendi inferiori del 20%) e lavoratori guadagnano meno di 7,83 euro l’ora.
L’Europa ha tracciato la strada con la direttiva sui salari minimi adeguati, in tutto sono cinque i Paesi nell’Ue su 27 che non hanno introdotto il salario minimo, secondo i dati Eurostat. Questi sono l’Italia, la Danimarca, l’Austria, la Finlandia e la Svezia. Invece tra i dieci Paesi candidati o potenziali candidati per entrare nell’Ue, 7 hanno un salario minimo nazionale ovvero Ucraina, Montenegro, Moldavia, Macedonia del Nord, Albania, Serbia e Turchia. Mentre non lo hanno Bosnia-Erzegovina, Georgia e Kosovo.
Dove è stato introdotto il minimo salariale varia dai 551 euro al mese della Bulgaria ai 2.638 euro al mese del Lussemburgo. Secondo i dati Eurostat aggiornati a gennaio di quest’anno possiamo dividere i paesi dell’Unione Europea in tre gruppi in base al livello dei salari minimi mensili espressi in euro. Per fare un confronto, il salario minimo federale degli Stati Uniti è di 1.210 euro al mese.
Nel primo gruppo rientrano Lussemburgo, Irlanda, Paesi Bassi, Germania, Belgio e Francia dove il salario minimo è oltre i 1.500 euro al mese, di fatto si va dai 1.802 euro della Francia fino ai 2.638 euro del Lussemburgo.

Le disparità nei salari minimi dei vari Paesi Ue diminuiscono se l’importo viene considerato in proporzione al livello dei prezzi. In termini di potere d’acquisto i paesi dell’Ue che hanno un salario minimo maggiore sono in ordine Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Belgio, Irlanda, Francia e la Polonia che passa dalla fascia media a quella alta.
Nel gruppo intermedio rientrano in ordine Spagna, Slovenia, Romania, Croazia, Lituania, Portogallo, Grecia, Cipro, Malta e Ungheria. Nella fascia più bassa restano Slovacchia, Repubblica Ceca, Estonia, Bulgaria, Lettonia ed Estonia.
Anche gli Stati Uniti rientrerebbero nel gruppo più basso considerando il salario minimo in proporzione ai prezzi del Paese. In termini assoluti il salario minimo è più alto in Lussemburgo mentre per potere d’acquisto il più alto è in Germania.