
Il CNEL ha evidenziato diversi svantaggi strutturali che le donne affrontano nel mondo del lavoro.
Alcuni esempi:
- Interruzione della carriera: Circa una donna su cinque lascia il lavoro, spesso non per scelta, ma per la mancanza di servizi adeguati per la prima infanzia e politiche di condivisione dei carichi di cura.
- Difficoltà nel rientro: L’interruzione del percorso lavorativo rende più difficile riprendere la carriera, causando ritardi nelle promozioni e nella crescita professionale.
- Congedi parentali squilibrati: Il congedo obbligatorio di paternità è ancora di soli 10 giorni e solo il 64% degli uomini lo utilizza. Le donne continuano a usufruire dell’80% delle giornate di congedo parentale.
- Segregazione professionale: Metà dell’occupazione femminile è concentrata in appena 21 professioni, mentre quella maschile si distribuisce su 53. Le donne sono spesso impiegate in ruoli tradizionalmente femminili, come segretarie, commesse, badanti e infermiere.
- Accesso limitato ai ruoli di potere: Nonostante le competenze e le leggi sulle quote di genere, solo il 2,9% degli amministratori delegati in Italia è donna, una delle percentuali più basse in Europa.
Le politiche che potrebbero ridurre gli svantaggi strutturali delle donne nel mondo del lavoro
Ci sono diverse politiche che possono aiutare a ridurre gli svantaggi strutturali delle donne nel mondo del lavoro in Italia.

Alcune potrebbero essere realmente efficaci:
- Investimenti nei servizi di supporto alla genitorialità: Ampliare l’accesso agli asili nido e garantire maggiore flessibilità negli orari può ridurre il carico di cura che spesso ricade sulle donne.
- Smart working e flessibilità lavorativa: Promuovere il lavoro agile e orari più flessibili permette una migliore gestione del tempo e incentiva la partecipazione femminile senza penalizzazioni di carriera.
- Esonero contributivo per le assunzioni di donne svantaggiate: I datori di lavoro possono beneficiare di sgravi fiscali per assumere donne in condizioni di svantaggio, come disoccupate da lungo tempo o residenti in regioni con alta disparità di genere.
- Certificazione di parità: Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede incentivi per le aziende che adottano misure concrete per la parità di genere.
- Promozione delle discipline STEM: Incentivare la presenza femminile nelle materie scientifiche e tecnologiche può favorire l’accesso a settori con maggiore crescita e retribuzioni più alte.
- Parità salariale: La direttiva UE 2023/970 impone maggiore trasparenza sulle retribuzioni per ridurre il divario salariale tra uomini e donne.
Conclusioni
Questi problemi non sono inevitabili, ma dipendono dalle politiche adottate. Migliorare la condivisione delle responsabilità familiari e incentivare la presenza femminile nei ruoli di leadership potrebbe ridurre questi svantaggi.