
LE IMPLICAZIONI GEOPOLITICHE
La crescente repressione interna in Iran non è solo una questione di diritti umani, ma si inserisce in un contesto geopolitico molto più ampio. L’inasprimento dei controlli e l’uso di tecnologie digitali per colpire il dissenso riflettono un regime che si sente minacciato su più fronti: sociale, economico e internazionale.
Dal punto di vista interno, la Repubblica Islamica è consapevole che le proteste del 2022 hanno scardinato il patto non scritto tra Stato e cittadini. La spinta al cambiamento, guidata soprattutto da donne e giovani, non è stata domata: è semplicemente passata a forme più sotterranee. Per questo motivo il regime ha investito nella sorveglianza digitale, cercando di prevenire una nuova ondata di manifestazioni.
Sul fronte internazionale, l’Iran continua a trovarsi in una posizione ambigua. Da una parte cerca legittimità presso le organizzazioni multilaterali, dall’altra alimenta narrative di sfida all’Occidente, rafforzando legami strategici con Russia e Cina. Proprio questi rapporti rendono difficile un’azione compatta da parte del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, dove i veti incrociati spesso paralizzano ogni risoluzione vincolante.
Inoltre, Teheran sfrutta la questione del velo e della “morale islamica” come elemento identitario, rafforzando l’idea di un Iran assediato culturalmente da valori occidentali. Questo approccio ideologico serve anche a consolidare il consenso interno più conservatore, soprattutto nelle aree rurali.

La posta in gioco è globale
Se la comunità internazionale non riuscirà a produrre una risposta unitaria e determinata, rischia di legittimare – anche solo per inerzia – un modello autoritario digitale esportabile. Altri regimi potrebbero trarre ispirazione dall’uso della tecnologia per controllare i cittadini, disinnescare proteste e criminalizzare l’identità femminile.
Conclusioni
La questione iraniana, quindi, va ben oltre i confini del Paese. Riguarda il futuro della libertà nel mondo digitale, la protezione delle donne come soggetti politici e il ruolo dell’ONU come garante dei diritti fondamentali.