A settembre 2025, l’Associazione Luca Coscioni ha depositato in Senato una petizione con oltre 44.000 firme per chiedere la modifica della legge 40. L’obiettivo è:
- Cancellare il divieto per donne single e coppie dello stesso sesso
- Garantire pari accesso alla PMA, indipendentemente da stato civile, orientamento sessuale o composizione familiare.
Cos’è la legge 40/2004 sulla PMA?
La legge 40 del 2004 regola l’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita in Italia. L’articolo 5 stabilisce che possono accedervi solo le “coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi”. Questo significa che le donne single e le coppie omosessuali (sia femminili che maschili), sono escluse dall’accesso alla PMA sul territorio nazionale.
Una discriminazione economica e sociale
Chi è escluso dalla PMA in Italia spesso si reca all’estero (Spagna, Belgio, Danimarca) dove queste pratiche sono consentite. Ma ciò comporta: costi elevati – viaggi ripetuti – stress emotivo e fisico.
Questa situazione crea una discriminazione di classe, dove solo chi ha mezzi economici può accedere alla PMA.
Maggiore tutela dei diritti fondamentali
- Si affermerebbe il principio di uguaglianza (art. 3 della Costituzione).
- Si riconoscerebbe il diritto alla salute e all’autodeterminazione (art. 32).
- Si amplierebbe la definizione di famiglia (art. 29), includendo anche quelle non tradizionali.
Più bambini nati in Italia, meno “figli dell’estero”
- Oggi molti bambini nati da PMA sono concepiti all’estero, con difficoltà nel riconoscimento legale.
- Con la modifica, più bambini potrebbero nascere in Italia, con percorsi chiari e tutelati.

Meno contenziosi legali
- I tribunali oggi sono spesso chiamati a sanare le lacune della legge 40, con sentenze che riconoscono genitorialità o rimuovono divieti.
- Una legge aggiornata ridurrebbe il ricorso alla giustizia, offrendo regole chiare e inclusive.
Conclusioni
La petizione promossa dall’Associazione Luca Coscioni si configura come un segnale forte e necessario verso una società più giusta e inclusiva. In un contesto in cui l’accesso alla procreazione medicalmente assistita (PMA) è ancora segnato da disparità territoriali, economiche e normative, questa iniziativa rappresenta un passo concreto per garantire a tutte le persone il diritto di costruire una famiglia, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, stato civile o condizione socioeconomica.
È la testimonianza che l’Italia può e deve evolvere verso un modello di sanità più equo, dove i diritti non siano concessi a pochi, ma garantiti a tutti.
