Il nuovo Decreto Legislativo n. 102 del 19 giugno 2025, entrato in vigore il 29 luglio, introduce misure più rigorose per la qualità dell’acqua potabile, con particolare attenzione ai contaminanti chimici come PFAS e TFA.
Nuovi limiti per PFAS e TFA
- PFAS totali: la soglia massima consentita è stata drasticamente ridotta da 0,50 µg/l a 0,10 µg/l, con entrata in vigore dal 12 gennaio 2026.
- TFA (acido trifluoroacetico): per la prima volta viene introdotto un limite specifico, fissato a 10 µg/l, obbligatorio dal 12 gennaio 2027.
Queste modifiche rispondono alle crescenti preoccupazioni per la persistenza ambientale e gli effetti sulla salute di queste sostanze, mirando a una maggiore tutela della popolazione.
Trasparenza e monitoraggio
- I cittadini avranno accesso facilitato a informazioni aggiornate sul gestore idrico, metodi di trattamento, risultati dei controlli e frequenza dei monitoraggi.
- Tutti i dati saranno centralizzati nella piattaforma digitale AnTeA (Anagrafe Nazionale Territoriale delle Acque), per garantire trasparenza e tracciabilità.

Focus sull’“ultimo miglio”
Il decreto impone obblighi di autocontrollo per edifici ad alto rischio (scuole, ospedali, strutture ricettive), con monitoraggi mirati su contaminanti come piombo e Legionella. Gli amministratori condominiali dovranno verificare lo stato delle tubature interne e valutare eventuali analisi aggiuntive.
Impatto sulla salute pubblica
Le sostanze PFAS e TFA sono note per la loro persistenza ambientale e bioaccumulabilità:
I PFAS sono associati a disturbi endocrini, immunitari e potenzialmente cancerogeni. Il nuovo limite di 0,10 µg/l rappresenta un passo verso la prevenzione, ma secondo Greenpeace e Altroconsumo, la contaminazione è già diffusa in molte fontanelle pubbliche.
Il TFA, prodotto di degradazione di pesticidi e refrigeranti, è stato rilevato in concentrazioni elevate in diverse fonti idriche europee. Il limite di 10 µg/l è un primo tentativo di regolamentazione, ma alcuni esperti lo considerano ancora troppo permissivo.
Considerazioni sistemiche
Questo decreto non è solo tecnico: è un segnale politico e culturale. Riconosce che la qualità dell’acqua non dipende solo dalla fonte, ma anche dalle infrastrutture, dalla trasparenza e dalla partecipazione civica; rappresenta un passo importante verso una gestione più responsabile delle risorse idriche.
