La crisi del riciclo della plastica è un problema complesso e crescente a livello globale, che coinvolge aspetti ambientali, economici, tecnologici e politici. Ecco un quadro completo della situazione:
Le cause della crisi del riciclo della plastica
Eccessiva produzione di plastica
-La produzione mondiale di plastica ha superato i 460 milioni di tonnellate annue, con stime in crescita.
-Una grande parte di questa plastica è monouso e difficilmente riciclabile (come gli imballaggi misti).
Scarsa riciclabilità di molti tipi di plastica
Non tutte le plastiche sono uguali: alcune (come PET e HDPE) sono relativamente facili da riciclare, mentre altre (come PVC, PS o plastiche miste) sono molto più complesse e costose da trattare.
Inoltre, la contaminazione dei materiali (cibo, altri rifiuti) rende molti oggetti “tecnicamente riciclabili” non adatti al riciclo pratico.
Crollo della domanda globale di plastica riciclata
-La plastica vergine (nuova) spesso costa meno di quella riciclata, specialmente quando i prezzi del petrolio sono bassi.
-Le aziende hanno scarso incentivo economico a usare materiale riciclato se non obbligate da normative.
Le conseguenze
Accumulo di plastica non riciclabile
-Montagne di plastica finiscono in discarica o vengono bruciate negli inceneritori.
-Nei paesi con sistemi di smaltimento fragili, una parte finisce nei fiumi e negli oceani.
Esportazione dei rifiuti verso paesi in via di sviluppo
Dopo il blocco cinese, i rifiuti plastici vengono esportati in paesi come Malesia, Indonesia, Turchia, dove spesso sono bruciati all’aperto o abbandonati.
Aumento dell’incenerimento
In mancanza di alternative, molti impianti optano per l’incenerimento, che libera CO₂ e sostanze tossiche.

Soluzioni in discussione
Riduzione alla fonte
-Bandire o limitare gli oggetti monouso in plastica (come posate, piatti, cannucce, ecc.).
-Promuovere sistemi di vuoto a rendere e imballaggi riutilizzabili.
Miglioramento del design dei prodotti
Progettare oggetti in modo da facilitarne il riciclo (es. plastica monomateriale, etichette facilmente removibili).
Investimenti in nuove tecnologie
-Sviluppo di impianti di riciclo chimico (trasformare la plastica nei suoi componenti base).
-Miglioramento della selezione tramite AI e robotica.
Normative più rigide e responsabilità estesa del produttore
-L’UE e alcuni stati stanno introducendo leggi che obbligano le aziende a coprire i costi del fine vita dei propri prodotti.
-Imposte sulla plastica vergine per rendere il riciclato più competitivo.
La situazione in Italia
In Italia, secondo Corepla, nel 2023 sono state raccolte oltre 1,4 milioni di tonnellate di plastica, ma solo una parte è stata effettivamente riciclata. L’Italia ha ancora forte dipendenza dall’estero per l’esportazione dei rifiuti plastici, anche se si stanno ampliando gli impianti. Il tasso di riciclo “reale” (cioè non solo raccolta, ma plastica effettivamente riciclata) è più basso di quanto spesso dichiarato.
Conclusioni
Il riciclo è necessario ma non sufficiente. Serve un cambiamento più ampio nel sistema di produzione, consumo e gestione dei rifiuti plastici.
La crisi del riciclo della plastica mostra che non basta differenziare: serve una trasformazione sistemica che coinvolga industria, governi e cittadini. Senza un cambio di paradigma nella produzione e nel consumo, il riciclo da solo non potrà risolvere il problema della plastica.
