L’Unione Europea sta accelerando la revisione del regolamento che prevede lo stop alla vendita di nuove auto a benzina e diesel entro il 2035. A comunicarlo è stata la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, a seguito dell’ultimo “dialogo strategico” con l’industria automobilistica. L’obiettivo è anticipare la revisione del regolamento entro la fine del 2025, aprendo così un nuovo capitolo nel dibattito sulla transizione ecologica.
Un equilibrio delicato tra ambizione climatica e realtà industriale
Il contesto è complesso: da un lato ci sono Paesi e attori industriali che chiedono maggiore flessibilità e una neutralità tecnologica, cioè la possibilità di raggiungere gli obiettivi climatici anche con tecnologie diverse dall’elettrico puro (come i carburanti sintetici o l’idrogeno). Dall’altro, ci sono Stati membri – come quelli scandinavi, la Spagna e il Portogallo – che restano più rigidi e meno inclini a rivedere la scadenza del 2035.
Questa revisione si inserisce nel quadro più ampio del Green Deal europeo, che punta alla neutralità climatica entro il 2050. L’anticipo del dibattito riflette la volontà di adattare le strategie europee a un contesto globale in rapido cambiamento, dove la concorrenza – soprattutto dalla Cina – si fa sempre più agguerrita.

Verso un modello europeo sostenibile e competitivo
Emergono segnali di apertura verso una neutralità tecnologica, pur mantenendo una preferenza per l’elettrico. Un esempio concreto è il progetto delle kei car europee: piccole auto elettriche, economiche e prodotte all’interno dell’UE, pensate per offrire un’alternativa accessibile e competitiva ai modelli asiatici. Questo progetto sembra mettere d’accordo sia la politica che l’industria, ma restano da definire le basi normative e burocratiche per renderlo operativo.
Conclusioni
L’Europa non sta facendo marcia indietro, ma sta rivalutando il percorso. L’obiettivo resta la decarbonizzazione, ma con maggiore attenzione alla sostenibilità economica, alla competitività industriale e alla diversità tecnologica. La sfida ora è trovare un equilibrio tra ambizione ecologica e pragmatismo politico.
